martedì 6 giugno 2017

CITTA’ DI LERICI

Associazione Culturale Arthena

Teatro Astoria di Lerici, Sabato 10 giugno ore 21

a ingresso libero

Compagnia Teatro Iniziatico Diretta da Angelo Tonelli in
Antigone

liberamente tratto dall’omonima tragedia di Sofocle,

nella traduzione di Angelo Tonelli.

Regia di Angelo Tonelli e Susanna Salvi

Scenografia Giuliano Diofili

con Galliana Barabini Luca Bossi Greta Di Sacco Jo Errico Sara Montefiori
Susanna Salvi Riccardo Tagliaferri Angelo Tonelli

Melodie e canto live: Paola Polito; arrangiamenti: Beppe de Ruggiero

Traslitterazione e traduzione dei testi messi in canto e interpretati da
Paola Polito

Costumi: Maria S. Couture

Maschere: Women at Work
Tragedia del conflitto tra legge non scritta degli dei, dovere morale nei confronti dei trapassati, rispetto per i vincoli di sangue incarnati da Antigone, e la dedizione ottusa alla ragion di stato di Creonte, degenerata in spirito tirannico, Antigone ha goduto di grandissimo successo nel corso dei secoli, e in particolare a partire dalla traduzione poetica di Hölderlin nel 1804.

Tutto era nato dalla maledizione lanciata da Edipo contro i figli
maschi, che inchiodava Eteocle e Polinice a uno scontro feroce per ilpotere, che sarebbe culminato nell’uccisione reciproca. Per scampare allamorte, i due fratelli decisero di regnare a turno, un anno a testa, sullacittà di Tebe, ma Eteocle venne meno al patto, e Polinice armò una schieradi guerrieri argivi che lo strinsero d’assedio. Come aveva splendidamente narrato Eschilo in Sette contro Tebe, la maledizione ebbe compimento, e i fratelli si uccisero l’un l’altro. Creonte assume il potere sulla città, e ordina che i nemici, compreso Polinice, non abbiano sepoltura. Ma Antigone decide di seppellire il fratello, trasgredendo al divieto del sovrano. Il resto della trama è noto, con Creonte che nonostante i tentativi di dissuasione da parte dell’indovino Tiresia condanna Antigone a essere seppellita viva in una grotta, e suo figlio Emone, promesso sposo della donna, che si suicida sul suo cadavere, trascinando alla morte suicida anche Euridice, sua madre e sposa di Creonte, e condannando il sovrano, dopo un pentimento tardivo, a un destino di solitudine straziata. Su tutto trionfa l’amore, di Antigone per il fratello, di Emone per la sposa promessa e immolata, a ulteriore, perpetua condanna della legge spietata del potere.

 

Inserzione extratestuale di Angelo Tonelli

a monito perpetuo dei politici duri di cuore

e ciechi di potere



Ti ha parlato, l’indovino, o ré della città

e le sue parole annunciano morte su morte.

accoglile nel profondo di te,

e rovescia il tuo pensièro

in accordi di pietà.

Chi governa la città

dève rivelarsi migliore di tutti gli altri

per aver scrutato se stesso

e illuminato le proprie ombre

e essere diventato compassionevole e cosciènte.

Chi governa la città

dève coltivare la propria anima

e saper rinunciare all’orgoglio del potere

in nome di un’umanità più alta.

Così è per te, Creonte figlio di Meneceo,

e così sarà per tutti coloro che nei tèmpi futuri

reggeranno le sorti degli umani:

Pènsaci, Creonte figlio di Meneceo!

Rovescia il tuo pensièro

in accordi di pietà!



Fonte: Angelo Tonelli

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